Kaizen, Gemba, Lean e altre terminologie: come spiegarle in italiano
Il blog di WePower è interamente dedicato al miglioramento dei processi, che è orientata, in ultima analisi, a ottimizzare le performance di un sistema produttivo, intervenendo sincronicamente sia sull’organizzazione e sia sulla cultura aziendale. La prospettiva WePower prende avvio dalle logiche proprie del metodo Kaizen e dalla visione suggerita dal modello Lean Production, integrata con una filosofia contraddistinta dagli approcci tipici dell’azienda, vale a dire EmProvement e ValueXcellence.
Inevitabilmente, il mondo dell’ottimizzazione dei processi fa ampio ricorso a terminologie inglesi e giapponesi, difficilmente traducibili in quanto, quasi sempre, non si tratta di parole semplici, bensì di concetti complessi, designati attraverso espressioni riconosciute a livello globale e proprie di un’intera comunità mondiale che, attraverso di esse, dialoga e si confronta sullo stesso piano logico e semantico.
In questo articolo, analizzeremo attentamente i principali termini dell’ecosistema Lean, fornendo una spiegazione chiara e una traduzione in italiano per ognuno di essi.
Kaizen (改善): cambiamento in meglio
La prima parola che prendiamo a riferimento è giapponese e possiamo considerarla il termine guida per l’intero universo del miglioramento continuo, ovvero Kaizen.
Questa parola è formata da due caratteri kanji (utilizzati nella lingua giapponese, ognuno dei quali corrispondente a dei concetti):
- Kai (改): che significa “cambiamento” o “miglioramento”
- Zen (善): che significa “buono” o “migliore”
Pertanto, la combinazione di questi due caratteri, “kaizen” (改善), si traduce letteralmente come “cambiamento in meglio” o “miglioramento continuo“. Fu l’economista e consulente giapponese Masaaki Imai a creare il termine ‘kaizen’, al fine di definire i significativi avanzamenti dell’industria nipponica nel trentennio successivo alla Seconda Guerra Mondiale.
Qui una guida completa dedicata al kaizen.
Gemba (現場): luogo ideale
Anche il secondo termine che passiamo in rassegna è un prestito dal vocabolario nipponico, ovvero la parola Gemba (現場). Anche in questo caso, partiamo dalla sua etimologia per scoprire che si tratta di una crasi di due parole giapponesi, ovvero:
- Gen (現): che significa “attuale”, “reale” o “presente”
- Ba (場): che significa “luogo” o “posto”
La traduzione letterale di “gemba” è “il luogo reale” o “il luogo dove avvengono le cose”. Come spesso accade, tuttavia, la sua traduzione letterale non offre spiegazioni sufficienti sui principi che questa potente parola esprime.
“Gemba” si riferisce al luogo fisico dove si svolge il lavoro e dove viene creato il valore. L’idea centrale è che per comprendere veramente un processo o un problema, è necessario andare “a gemba”, ovvero osservare direttamente sul campo cosa sta succedendo, analizzando personalmente la gestione dei processi e individuando gli sprechi insiti nelle attività produttive.
Gemba Walk
Un’attività fondamentale associata al Gemba è la Gemba Walk (approssimativamente traducibile come “passeggiata Gemba”), che consiste nel recarsi fisicamente sul luogo di lavoro per osservare, interagire con i lavoratori e raccogliere informazioni di prima mano. L’obiettivo della Gemba Walk è identificare sprechi, inefficienze e opportunità di miglioramento, coinvolgendo direttamente le persone che svolgono il lavoro.
Lean Production: produzione snella
La prima espressione inglese che passiamo in rassegna è Lean Production, che designa un principio chiave del miglioramento continuo e che possiamo tradurre, in modo relativamente semplice, come ”produzione snella”.
La produzione snella si basa sull’idea di eliminare ogni forma di inefficienza. L’attività di individuare e rimuovere gli sprechi è fondamentale per stabilire un modello di produzione ottimizzato, ovvero uno standard, in contrasto con la pratica di avere processi produttivi diversificati. Fissare uno standard è un traguardo per chi adotta la filosofia della produzione snella, ma è anche un passaggio necessario per perseguire il vero scopo, ovvero la costante ottimizzazione dei processi, in un ciclo di miglioramento continuo che non ha mai fine.
Anche in questo caso, trovate nel blog di WePower un contributo dedicato.
Muda, Mura, Muri: i tre grandi mali
Torniamo in Giappone per chiarire tre concetti guida delle filosofie Kaizen e Lean, ovvero quelli che vengono definiti i tre grandi mali della produzione: Muda, Mura, Muri.
MUDA (無駄) si traduce letteralmente dal giapponese come “spreco” e fa riferimento ai 7 grandi sprechi della produzione. Individuare ed eliminare suddetti sprechi è uno degli obiettivi cruciali della Lean Production.
Qui la guida per approfondire l’argomento.
MURA (斑) è traducibile in modo approssimativo come “variabilità” e, in ottica Lean, si riferisce alle variazioni o fluttuazioni nei processi di produzione che portano a inefficienze e sprechi, allontanando il sistema di produzione dal proprio standard.
È possibile scoprire di più su questo tema nella guida dedicata.
MURI (無理) in giapponese è la “irragionevolezza” e si riferisce a qualsiasi forma di stress o sovraccarico che grava su persone, attrezzature o processi. In particolare, questo termine è impiegato per fare riferimento alla sovrapproduzione, spesso erroneamente considerata un punto di forza o un vantaggio per il sistema produttivo, ma, in realtà, secondo l’approccio Lean, uno dei grandi male della produzione.
Produrre più del necessario, infatti, impedisce di stabilire uno standard, causando variazioni nei ritmi di lavoro e una deviazione dal modello di produzione stabilito. La produzione in eccesso va contro i principi della filosofia Lean, bloccando di fatto il miglioramento aziendale.
Qui l’articolo sull’argomento.
Gli altri termini principali del mondo Lean e Kaizen
Quelli riportati fino ad ora rappresentano i termini guida per chi voglia comprendere adeguatamente la filosofia del miglioramento continuo definita attraverso gli approcci Lean e Kaizen. Come facilmente intuibile, però, i concetti chiave di questo ambito sono moltissimi.
Sul nostro blog li abbiamo affrontati tutti, dedicando un articolo ad ognuno di essi. Di seguito, una mappa per orientarvi all’interno del blog di WePower e i principali termini da conoscere e comprendere.
Takt Time
Takt Time non ha una traduzione in italiano. La parola “Takt” deriva dal tedesco e può essere tradotta come “impulso”, “battito” o “ritmo” e fa dunque riferimento al ritmo di produzione. Il Takt Time, infatti, è un indicatore numerico che, nella produzione industriale, misura la frequenza con cui il mercato richiede un prodotto. Si calcola dividendo il tempo di produzione disponibile per la domanda del cliente nello stesso periodo.
One Piece Flow
One-Piece-Flow, traducibile letteralmente come “flusso a un pezzo”, è il principio Lean che afferma come il modo più efficiente ed efficace di gestire la catena di produzione consiste nel realizzare un pezzo alla volta.
Pull System
Pull System è il “sistema a flusso tirato” o “sistema a trazione“. In questo approccio, la produzione è avviata solo quando c’è una richiesta effettiva, quindi si conosce in anticipo la quantità necessaria. Ogni fase del processo produttivo funziona come un fornitore per la fase successiva e come un cliente per quella precedente. Di conseguenza, si produce solo ciò che è stato consumato e si consuma solo ciò che serve.
Heijunka
Heijunka (平準化) è formata dalle seguenti parole:
- Hei (平): “piatto”, “livello” o “equilibrato”
- Jun (準): “conformità”, “seguire” o “aderire”
- Ka (化): “rendere”, “fare” o “processo di trasformazione”
Può dunque essere tradotta approssimativamente come “livellamento”. Questa parola fa riferimento al principio di produzione livellata, secondo il quale è conveniente, per un sistema produttivo, suddividere i lotti in unità più piccole, anche quando sarebbe possibile raggrupparli. La produzione livellata mira a mantenere costanti nel tempo la quantità e la varietà dei prodotti.
Jidoka
Jidoka (自働化) nasce dalla crasi di queste tre parole giapponesi:
- Ji (自): “sé”, “automatico” o “autonomo”
- Do (働): “lavoro” o “movimento”
- Ka (化): suffisso che indica “azione di trasformare in” o “processo di…”
Può dunque essere tradotto in italiano come “automazione con un tocco umano”. Questo termine, infatti, si riferisce alla capacità di una macchina o di un processo di rilevare automaticamente un’anomalia e di fermarsi, consentendo a un operatore di intervenire e risolvere il problema.
Quelli riportati in questo articolo sono solo i principali termini e concetti del mondo Lean, ma vi consigliamo di approfondire anche tutti gli altri contributi presenti nel blog.
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