Produzione al Takt Time: uno dei 3 principi operativi della Lean Production
Attraverso il sistema di produzione della Lean Production, una realtà industriale mira all’eccellenza produttiva, puntando in particolare a eliminare gli sprechi e a ottimizzare i processi e le organizzazioni. La produzione snella si basa su tre principi operativi, ovvero:
- Takt Time
- One-piece-flow
- Pull System
Abbiamo già parlato del One-piece-flow in questo articolo, spiegando come, lavorando su singole unità di prodotto e mantenendo vicine le produzioni, sia possibile ottimizzare il sistema produttivo.
Abbiamo anche trattato in un’altra guida il tema del Pull System, chiarendo in questo caso che una produzione ‘tirata’ dal mercato, ovvero definita in relazione alle reali esigenze dei clienti – e non gestita secondo previsioni di vendita – permette di abbattere in modo decisivo gli sprechi.
Ora parliamo del principio operativo del metodo kaizen che non abbiamo ancora trattato finora: la produzione al Takt Time.
Produzione al Takt Time: che cos’è
Il Takt Time è semplicemente un numero che, nella produzione industriale, indica la frequenza con la quale un’unità di prodotto viene richiesta dal mercato. Il Takt Time è dato dal rapporto tra il tempo disponibile in un certo intervallo temporale e la domanda dei clienti in quello stesso intervallo di tempo.
Supponiamo, per semplicità, che i clienti richiedano, in una settimana, 20 unità del prodotto. Calcolando un ritmo di produzione tarato su 8 ore al giorno per 5 giorni la settimana, otteniamo 40 ore (8 ore X 5 giorni), ovvero il tempo a disposizione. Il rapporto nell’esempio è di 40 (ore a disposizione) / 20 (unità di prodotto): in questo caso, il Takt Time è pari a 2.
Ma a cosa serve, operativamente, questo concetto? Ci arriviamo.
Produzione al Takt Time: implicazioni del principio
Al di là di numeri e formule, è fondamentale comprendere a fondo il principio operativo del Takt Time: secondo questa visione, infatti, è il mercato a stabilire i volumi di produzione, non il sistema produttivo stesso. Quest’ultimo deve invece sapersi adattare alle flessioni della domanda, riconfigurando i propri ritmi di produzione in modo da soddisfare la richiesta, tenendo conto anche della sua inevitabile variazione nel corso del tempo.
Maggiore è la capacità del sistema produttivo di essere flessibile, ricalcolando e riconfigurando il fabbisogno di lavoratori, macchinari e materiali, e migliore è il rendimento in termini di ottimizzazione dei processi e abbattimento degli sprechi. D’altra parte, è evidente come questa riconfigurazione sia complessa e coinvolga l’organizzazione a tutti i livelli e di come, di conseguenza, sia complicato ricalcolare il Takt Time periodicamente.
È bene anche sottolineare come tale principio si applica in modo differente a seconda del settore, rivelandosi fondamentale in ambiti maggiormente soggetti alla stagionalità (pensiamo ad esempio all’industria dei gelati, in cui la domanda cresce vertiginosamente in estate).
Sottolineiamo inoltre che il Takt Time non deve essere inteso come una variabile del processo produttivo, in quanto è il mercato stesso a definirlo di volta in volta. Chi gestisce la produzione deve però tenerne conto, facendo in modo di porre in essere un sistema capace di adattare i propri ritmi a quelli della domanda.
Gli elementi fondamentali da considerare per ottimizzare la produzione secondo il principio del Takt Time sono dunque le oscillazioni del mercato (fattore cruciale per le realtà soggette alla stagionalità), il corretto dimensionamento dei reparti in relazione al cambiamento delle esigenze produttive e l’efficientamento dei macchinari, poiché è cruciale, al fine di raggiungere i risultati previsti, ridurre al minimo le inefficienze tecniche causate da guasti o malfunzionamenti.
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