MUDA, MURA, MURI: i 3 grandi mali della produzione

7 Mar 2023 | EmProvement

Per chi ha a che fare con la Lean Production, il miglioramento continuo e la caccia agli sprechi in azienda, MUDA, MURA, MURI è un vero e proprio mantra. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

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Lean Production, miglioramento aziendale e caccia agli sprechi

Apriamo con una premessa necessaria per chi non conosce a fondo il mondo del miglioramento aziendale: per poter parlare di MUDA, MURA, MURI, i 3 grandi mali della produzione, dobbiamo prima fare cenno all’origine di questi concetti. Abbiamo già approfondito questo tema in modo specifico nell’articolo: “Guida al Miglioramento Continuo dei processi”, (paragrafo “Le origini del kaizen: Masaaki Imai e Taiichi Ohno”). Qui ci limitiamo a ricordare che il metodo Lean, di cui l’espressione MUDA; MURA, MURI rappresenta un elemento focale, nasce negli anni ‘50 del secolo scorso grazie a una serie di intuizioni di Taiichi Ohno, ingegnere meccanico di Toyota Motors, che sviluppò il metodo kaizen, configurando un nuovo approccio alla produzione industriale basato sul principio di ottimizzazione dei processi produttivi. Questo risultato, secondo la visione dell’ingegnere nipponico, doveva essere perseguito attraverso la caccia agli sprechi.

MUDA, MURA, MURI: le 3 MU del sistema produttivo

Ohno iniziò dunque da una questione metodologica: cercare di definire cosa rappresentasse uno spreco all’interno dei sistemi produttivi, concentrandosi su una visione organica dell’azienda e analizzando dunque le risorse materiali e tecniche, ma anche i processi, i ritmi di produzione e il comportamento degli operatori.

L’analisi condusse l’ingegnere verso l’individuazione di 3 grandi attività nemiche del miglioramento aziendale, ovvero:

  • MUDA: i 7 sprechi
  • MURA: la variabilità del processo produttivo
  • MURI: l’irragionevolezza

MUDA: i 7 sprechi

MUDA in giapponese significa “spreco. Come vi abbiamo già ampiamente raccontato nell’articolo “Perché osservare sul campo i cicli di lavoro dei processi produttivi”, Taiichi Ohno si mise ‘a cavallo’ della catena produttiva della sua azienda, arrivando a riconoscere, teorizzando, i 7 sprechi del sistema produttivo:

  • Sovrapproduzione: il materiale fermo in attesa di essere inserito nel sistema produttivo.
  • Tempo: lo spreco causato dalle interruzioni imposte dalle attese, solitamente dovute a materiali, informazioni o attrezzature mancanti.
  • Trasporto: gli spostamenti di merce da un punto all’altro del magazzino senza aggiungere valore al processo.
  • Perdite di processo: attività che, all’interno del ciclo produttivo, non aggiungono valore.
  • Scorte: prodotti finiti e pronti a essere introdotti sul mercato, ma fermi in magazzino in attesa di essere trasferiti nel punto di distribuzione.
  • Movimenti: I movimenti che gli operatori compiono senza aggiungere valore al processo.
  • Prodotti difettosi: I prodotti che devono essere rilavorati a causa di difetti e/o malfunzionamenti.

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MURA: la variabilità del processo produttivo

MURA è la variabilità del processo produttivo, il concetto che si contrappone a quello di standard, ovvero “il miglior metodo conosciuto e condiviso oggi per eseguire un’attività”. Ciò che causa sprechi e abbassa il livello di efficienza del processo, allontanando quest’ultimo dal suo standard, è da considerare parte della variabilità. È impossibile annullare del tutto questa variabilità, in quanto alcuni scostamenti dalla standard sono da ritenere fisiologici e insiti nell’impiego di procedure, macchinari e operatori.

MURA fa riferimento al mindset aziendale che un’organizzazione produttiva deve assumere per poter tendere verso l’adesione allo standard predefinito, riducendo al minimo le componenti di variabilità.

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MURI: l’irragionevolezza

Alcune realtà non considerano la sovrapproduzione uno spreco, ignorando i costi e il tempo impiegati nelle complesse operazioni di dislocamento e immagazzinamento della merce in attesa di utilizzo: la considerano invece qualcosa di positivo che, ad esempio, garantisce la continuità delle attività produttive. In tal senso la sovrapproduzione è un esempio di MURI, che in giapponese significa irragionevolezza; in senso più ampio, questa parola esprime la tendenza di alcuni sistemi produttivi ad aumentare i volumi produttivi, al fine di fare scorta, anticipando dunque la domanda e, ancor più in generale, tutti i comportamenti che si pongono in antitesi con i principi del modello produttivo snello.

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