Il vantaggio del benessere organizzativo
Le persone che si sentono bene al lavoro sono persone motivate e, a parità di competenze, le persone motivate lavorano meglio.
Lo dicono studi autorevoli realizzati in diverse parti del mondo e lo testimoniano anche le aziende che hanno ottenuto grandi risultati, talvolta inaspettati, pensando al benessere dei propri collaboratori come ad un obiettivo della strategia aziendale.
E lo dico anch’io: in quanto Emprover, so quanto il benessere organizzativo in sé e delle persone che ne fanno parte conduca alla motivazione e sia importante quando si chiede alle persone di cambiare e migliorare.
Perché, anche di fronte a queste evidenze, manager ed imprenditori non fanno del benessere organizzativo un elemento chiave per l’eccellenza e per il successo della propria azienda?
Per rispondere a questo quesito è forse utile chiedersi prima di tutto che cosa è il benessere organizzativo e in cosa consiste.
Benessere organizzativo: un concetto da approfondire
Quando si parla di benessere organizzativo ci si riferisce in genere a quelle condizioni presenti in un’organizzazione che promuovono, mantengono e migliorano il benessere fisico, psicologico e sociale delle persone a tutti i livelli e ruoli.
Questa definizione non mi soddisfa: suggerisce cosa devono fare le organizzazioni per favorire il benessere individuale (le condizioni), ma non chiarisce cosa è il benessere di un’azienda che, intesa come “comunità”, deve avere un benessere proprio per poter esistere e crescere.
Per capire cosa è il benessere organizzativo conviene partire dalla definizione di benessere individuale.
Non penso al solo benessere fisico: non perché non sia importante, anzi, ma perché non voglio neanche prendere in considerazione le aziende che non hanno cura della sicurezza e delle condizioni di lavoro dei propri collaboratori e non voglio ricondurre il benessere organizzativo alla sola presenza in azienda di una palestra per il fitness: più difficile da promuovere e ottenere in azienda è il benessere psicologico e sociale delle persone.
Misurare il benessere individuale
Il benessere individuale è la somma di una serie di componenti:
- le emozioni positive, che rendono soddisfacente la vita di una persona;
- l’impegno, inteso come coinvolgimento e concentrazione in ciò che si fa;
- il significato, ovvero l’idea di fare qualcosa che abbia un senso per sé e per gli altri;
- l’eccellenza, ossia la possibilità di realizzarsi attraverso le proprie potenzialità e competenze;
- le relazioni positive con gli altri (capi, colleghi e collaboratori).
Si può riassumere il tutto dicendo che una persona prova benessere se trova un’armonia complessiva tra ciò che è, fa e prova in azienda.
Per trasposizione, il benessere di un’organizzazione, inteso come “soggetto” che riunisce un insieme di persone, è tanto più presente quanto più l’organizzazione riesce a dare un significato positivo a ciò che fa, utilizzando al meglio le proprie competenze, realizzandosi ed evolvendosi in un contesto di relazioni positive.
Benessere organizzativo, benessere individuale e cultura aziendale
Il benessere organizzativo si sostanzia:
- nella vision e mission aziendale
- nei valori che l’azienda spinge
- nei comportamenti che promuove
Quanto più questi elementi culturali caratterizzano la vita aziendale, dando un significato positivo a ciò che fa l’azienda, tanto più vi potrà essere benessere organizzativo.
So già (perché è capitato anche a me) che a questo punto del discorso forse starai pensando: «Tutto vero, peccato che il benessere organizzativo e il benessere delle persone siano spesso in contrasto tra loro!».
Può capitare, ma non per questo non si può far nulla per superare questo contrasto.
Cosa fare è piuttosto semplice, ma per poterlo fare bene bisogna dare un grande valore a ciò che spesso invece è trascurato, e cioè alla vision, alla mission e ai valori aziendali.
Benessere organizzativo e benessere individuale non sono in contrasto tra loro se una persona sente di appartenere all’organizzazione, perché ne condivide la mission, i valori e le pratiche: in questo modo la motivazione viene da sé, e sappiamo che maggiore motivazione comporta più impegno e più impegno porta a più risultati. Questo è il vantaggio del benessere organizzativo.
Le leve per il benessere organizzativo
Torniamo alla domanda che ci ha portato fin qui: «Perché il benessere organizzativo non è ancora considerato da molti manager ed imprenditori un fattore importante per il miglioramento delle performance aziendali?».
Probabilmente è solo una questione di visione e di consapevolezza: siamo abituati a ragionare con i numeri e, come tecnici, pensiamo ancora che l’azienda funzioni come un meccanismo mentre invece è un organismo. Leve gestionali come il coinvolgimento e la delega, la fiducia e l’attenzione allo sviluppo del potenziale dei collaboratori non ci sono ancora proprie: siamo ancora legati allo schema base del comando e controllo. Le leve per un benessere organizzativo costruito con e attraverso il benessere individuale esistono e sono molte: le pratiche del coaching umanistico e della leadership positiva ci offrono tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Se qualcuno pensa ancora che ci debba essere necessariamente contrasto tra benessere organizzativo e benessere individuale, non so cosa altro aggiungere.
Il vantaggio del benessere organizzativo è evidente per un Emprover e un Emprover crede e sa che è possibile conciliare il benessere individuale con quello organizzativo; un Emprover sa anche che solo questa è la via che può portare all’eccellenza operativa.
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